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Dicono di lui... Sergio Staino e le feste dell'Unità |
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http://www.festaunita.it/documenti/dettaglio.asp?id_doc=977
ALLE FESTE TANTI FIDANZATINI DI PEYNET
Chiuso il sondaggio “Alle Feste de l'Unità almeno una volta...”: vince l'amore, poi i premi inutili della pesca e quindi Bonetti. Sergio Staino commenta con noi i risultati
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Si chiude oggi il sondaggio “Alle Feste de l'Unità almeno una volta...” e scopriamo che dentro alle feste batte un sentimentalissimo cuore da innamorati. I voti espressi sono stati 907 e prevalgono su tutte due risposte: “Mi sono innamorato” (con 295 voti, pari al 33%) e “Ho vinto un premio inutile alla pesca” (265 voti, 29%). Segue, con un certo distacco, “Ho cantato con Vittorio Bonetti” (155 voti, 17%); ben distanziate sono le ultime tre voci: “Ho chiesto l’autografo a un politico” (78 voti, 9%), “Mi sono addormentato/a a un dibattito” (59 voti, 7%) e, infine, “Ho mangiato una piadina –io che non la sopporto!” (55 voti, 6%).
Abbiamo chiesto a Sergio Staino, uno dei disegnatori satirici più noti a livello europeo, di commenta con noi le risposte arrivate da tutta Italia.
Staino, le feste come una grande agenzia matrimoniale?
«Non è solo questione di feste de l’Unità –asserisce Staino- lo stesso sondaggio avrebbe avuto i medesimi risultati se fosse stato realizzato alla festa di Comunione e Liberazione! E’ una fotografia di un Italia trasversale e, fortunatamente, viene fuori un’umanità che condivide le stesse cose».
Vince l’amore. L’anno scorso, a Bologna, scrivemmo che molte coppie si erano conosciute proprio alla Festa, magari come volontari. Insomma i volontari delle feste come i fidanzatini di Peynet?
«Beh, l’amore è, in tutti i sensi, il motore vero della nostra vita, di tutto ciò che facciamo, quindi nessuna sorpresa».
E la pesca, questa inossidabile istituzione di ogni festa de l’Unità?
«La ‘pesca’ è una grande forma di generosità politica, perché chi partecipa sa già che non vincerà assolutamente nulla di importante. E’ come al casinò: non si vince mai nulla, ma qui, almeno, si finanzia il partito, mentre là si perdono un mucchio di soldi».
Quindi anche tu sei un sostenitore della pesca?
«Quando ero ragazzo non l’amavo molto. Ricordo, quando s’organizzava alle Cascine la Festa de l’Unità di Firenze, certe discussioni di noi giovani perché si voleva spostare la pesca in un luogo secondario, meno visibile, per dare, invece, più visibilità allo spazio dei dibattiti. Oggi devo dire che il compagno partigiano che organizzava la Festa, vedeva lontano…».
Poi c’è chi ha cantato con Vittorio Bonetti...
«Credo sia questa, fra tutte le risposte, sia quella che in qualche modo caratterizza le feste de l’Unità! E probabilmente più che ai politici, le persone sono a lui che chiedono un autografo».
Bonetti è la voce, la musica delle feste de l’Unità, ma perché?
«Perché canta canzoni politiche, d’impegno, di lotta, anche d’amore magari. E poi perché fa parte di quell’umanità antica, popolare, romagnola. Vedi, la Romagna e Napoli sono gli unici posti dove l’amore per la gente, per la giustizia sociale si sposa, si esprime con la canzone».
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